martedì 26 luglio 2011

San Giuliano - Una centrale “verde” ai bordi dell’A1

Dopo l’impianto di smaltimento di rifiuti speciali, Sesto Ulteriano scopre un nuovo progetto “da prendere con le pinze” in casa sua: l’ipotesi di un parco fotovoltaico da almeno 70mila metri quadrati nella diramazione fra Autosole e tangenziali di Milano, nell’area di territorio fra Cologno e Viboldone. Secondo quanto è possibile ricostruire, anche sulla base della sezione progetti del sito istituzionale di Milano Serravalle, il parco fotovoltaico di San Giuliano è un investimento che porta le firme in sinergia della Provincia di Milano e di Milano Serravalle, l’ente di gestione autostradale parzialmente controllato dall’amministrazione provinciale. L’energia fotovoltaica verrebbe insediata nella zona ovest del territorio sangiulianese nel contesto di un disegno ben più ampio, che vede lo storico marchio autostradale milanese impegnato a utilizzare diverse aree di sua proprietà, in affiancamento ai corridoi autostradali, come sedi di centrali energetiche per gli usi interni e l’eventuale vendita.
La prima ubicazione del fotovoltaico targato Milano Serravalle-palazzo Isimbardi è un’area di manutenzione sull’A7 Milano-Genova, ma l’occhio guarda più lontano: all’abbinata fotovoltaico-autostrada lungo l’intero anello tangenziale del capoluogo. In pratica si tratta di mettere in fila (certamente non uno dietro l’altro, ma a una certa distanza) “campi” di pannelli solari in grado di produrre complessivamente 4mila megawatt all’anno. Per il fotovoltaico “autostradale” cadono a fagiolo, nei progetti dei due enti milanesi, quegli appezzamenti di terreno a destinazione agricola, ma di relativamente basso valore, che si snodano senza rischio di penuria dai due lati del serpentone tangenziale di Milano. Un’ubicazione ottimale è quindi il cuneo agricolo che fiancheggia gli ultimissimi metri dell’Autosole poco prima della diramazione fra tangenziali est e ovest, tra cascina Rancate, Viboldone e il polo produttivo industriale di Cologno/Sesto Ulteriano.In totale secondo le stime di Italia Nostra sud est Milano (il primo ente a non esprimere entusiasmi per il progetto) 70 ettari di coltura agricola di modesta qualità, ma pur sempre soggetta al vincolo del Parco Sud, si trasformerebbero in «specchiera» di pannelli produttori di energia termoelettrica. Ma nella «specchiera» si rifletterebbe anche il profilo dell’abbazia di Viboldone. Ed è qui che cominciano i problemi.Fonte: Il Cittadino
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