«No ad un Giardino fotovoltaico Sud Milano». Il sodalizio per il Parco
Sud Milano, impegnato nella tutela del patrimonio rurale che circonda
l’hinterland, si è espresso in modo chiaro contro l’ipotesi di un
susseguirsi di pannelli solari che, in base al progetto varato dalla
Provincia di Milano e dalla società autostradale Milano - Serravalle,
dovrebbe assorbire un’area agricola di 70mila metri quadrati nella
diramazione fra Autosole e tangenziali di Milano, lungo un tratto di
territorio che si estende tra Cologno e Viboldone. Sull’iniziativa ha
già espresso le proprie perplessità anche l’associazione “Italia
Nostra”, soprattutto per la poca distanza (pari a 500 metri in linea
d’aria sulla base delle prime informazioni), che dividerebbe la distesa
di specchi dall’Abbazia di Viboldone. «Ribadiamo la piena condivisione e
la scontata necessità di convertire le energie derivanti da fossili in
energia rinnovabile e al primo posto l’energia solare - reagisce alla
notizia la vice presidente dell’associazione per il Parco Sud, Bellu
Liliana -, tuttavia il precedente che Provincia di Milano ed Ente
Gestore del Parco Agricolo Sud Milano (il cui presidente in entrambi i
casi è Podestà) è gravissimo per il futuro del Parco. Sacrificare i
terreni agricoli, anche se di minor pregio, per evitabilissime centrali
fotovoltaiche a terra - fa notare - è un disincentivare l’agricoltura
con il rischio che molti agricoltori, ma soprattutto gli enti pubblici
proprietari di molti terreni, vogliano fare altrettanto, avviando così
le pratiche per un Giardino fotovoltaico Sud Milano». Guardando
l’iniziativa da una prospettiva più ampia, la vertice del noto
sodalizio, sottolinea: «Non ha senso, ed è concettualmente sbagliato,
che un ente che gestisce un bene naturalistico non si adoperi per la sua
tutela e la sua vera valorizzazione ma anzi conceda la possibilità a
privati di smembrarlo con nuove infrastrutture come le nuove
tangenziali, che avvii pratiche di revisione dei confini, probabilmente
riducendoli a favore dell’edilizia, e che sia artefice di un nuovo modo
di sacrificare terreno agricolo come gli impianti fotovoltaici a terra».Fonte: Il Cittadino