Il Pirellone approva la legge sui parchi ma dal Lodigiano piovono
critiche. E sotto diversi punti di vista, perché secondo i diretti
interessati il Parco Adda Sud avrà meno risorse e un’organizzazione che
dipenderà maggiormente dalle scelte di Regione Lombardia, soprattutto
per quanto riguarderà alcuni incarichi. «Sono state introdotte alcune
variazioni che secondo me sono penalizzanti per la nostra provincia -
commenta il presidente dell’ente, Silverio Gori -. In questo momento non
abbiamo ancora il testo definitivo del provvedimento, ieri (giovedì per
chi legge, ndr) sono stati affrontati più di un centinaio di
emendamenti». Uno degli aspetti da approfondire riguarderà sicuramente
gli aspetti economici: «Certamente abbiamo la necessità di contenere i
costi - aggiunge Gori -, in ogni caso già sapevamo che per quest’anno il
taglio dei trasferimenti sarebbe stato pari al 20 per cento».Il
provvedimento è passato con 44 voti a favore, 5 contrari e 20 astenuti.
La legge prevede - tra i tanti punti - la trasformazione degli attuali
consorzi di gestione in enti di diritto pubblico, la semplificazione
delle procedure di pianificazione delle aree protette, la valorizzazione
dei parchi locali di interesse sovraccomunale, la razionalizzazione
delle spese gestionali e l’istituzione di un apposito albo regionale per
i direttori.«Regione Lombardia indicherà una persona da inserire nel
Cda, che però sarà destinata a rimanere anche nel caso in cui il
consiglio di amministrazione dovesse decadere - spiega Gori -. Ebbene,
noi riteniamo che tutti i consiglieri debbano avere le stesse
caratteristiche, gli stessi diritti e doveri. È come nominare un
commissario a priori, ma dovrà essere una persona preparata e del
territorio».Il Cda sarà nominato dai comuni e dalle province, lo statuto
dovrà però specificare il numero dei consiglieri, che potranno essere
tre o cinque (presidente compreso). «Ci auguriamo che siano cinque,
viste le necessità del Parco», puntualizza Gori.«In passato la scelta
del direttore era fatta dal presidente che consultava il Cda - dice Gori
-, doveva essere un esperto di ambiente e un conoscitore del Lodigiano.
Ora toccherà sempre al presidente, il quale però dovrà scegliere da un
elenco messo a disposizione da Regione Lombardia, quindi potrebbe essere
anche qualcuno di estraneo».Il presidente del Parco conferma
un’opinione negativa sul provvedimento: «Credo che la legge non sia
buona, soprattutto perché non condivisa, sarebbe stato meglio. In questo
caso il territorio, i sindaci e il presidente della Provincia, come
rappresentanti del territorio hanno perso la loro autonomia. Speriamo ci
sia la volontà di tutti di lavorare per il bene dell’ambiente».Fonte: Il Cittadino