sabato 30 luglio 2011

Parco Adda, con la nuova legge si cambia

Il Pirellone approva la legge sui parchi ma dal Lodigiano piovono critiche. E sotto diversi punti di vista, perché secondo i diretti interessati il Parco Adda Sud avrà meno risorse e un’organizzazione che dipenderà maggiormente dalle scelte di Regione Lombardia, soprattutto per quanto riguarderà alcuni incarichi. «Sono state introdotte alcune variazioni che secondo me sono penalizzanti per la nostra provincia - commenta il presidente dell’ente, Silverio Gori -. In questo momento non abbiamo ancora il testo definitivo del provvedimento, ieri (giovedì per chi legge, ndr) sono stati affrontati più di un centinaio di emendamenti». Uno degli aspetti da approfondire riguarderà sicuramente gli aspetti economici: «Certamente abbiamo la necessità di contenere i costi - aggiunge Gori -, in ogni caso già sapevamo che per quest’anno il taglio dei trasferimenti sarebbe stato pari al 20 per cento».Il provvedimento è passato con 44 voti a favore, 5 contrari e 20 astenuti. La legge prevede - tra i tanti punti - la trasformazione degli attuali consorzi di gestione in enti di diritto pubblico, la semplificazione delle procedure di pianificazione delle aree protette, la valorizzazione dei parchi locali di interesse sovraccomunale, la razionalizzazione delle spese gestionali e l’istituzione di un apposito albo regionale per i direttori.«Regione Lombardia indicherà una persona da inserire nel Cda, che però sarà destinata a rimanere anche nel caso in cui il consiglio di amministrazione dovesse decadere - spiega Gori -. Ebbene, noi riteniamo che tutti i consiglieri debbano avere le stesse caratteristiche, gli stessi diritti e doveri. È come nominare un commissario a priori, ma dovrà essere una persona preparata e del territorio».Il Cda sarà nominato dai comuni e dalle province, lo statuto dovrà però specificare il numero dei consiglieri, che potranno essere tre o cinque (presidente compreso). «Ci auguriamo che siano cinque, viste le necessità del Parco», puntualizza Gori.«In passato la scelta del direttore era fatta dal presidente che consultava il Cda - dice Gori -, doveva essere un esperto di ambiente e un conoscitore del Lodigiano. Ora toccherà sempre al presidente, il quale però dovrà scegliere da un elenco messo a disposizione da Regione Lombardia, quindi potrebbe essere anche qualcuno di estraneo».Il presidente del Parco conferma un’opinione negativa sul provvedimento: «Credo che la legge non sia buona, soprattutto perché non condivisa, sarebbe stato meglio. In questo caso il territorio, i sindaci e il presidente della Provincia, come rappresentanti del territorio hanno perso la loro autonomia. Speriamo ci sia la volontà di tutti di lavorare per il bene dell’ambiente».Fonte: Il Cittadino
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