Pochi altri provvedimenti riescono a descrivere le maggioranze di
centro-destra e i governi Berlusconi dal 1994 a oggi meglio di quelli
sull'immigrazione. L'ultima misura contenuta nel decreto legge n.89 del
23 giugno 2011 ora all'esame del Parlamento riesce a fare una fotografia
persino del declino di quelle maggioranze e di quei governi. Declino i
cui contorni sono quelli del classico paradosso “debole coi forti, forte
coi deboli”. Nella fattispecie, un governo delegittimato e fortemente
in crisi cerca la quadratura del cerchio in provvedimenti che
apparentemente non ne intacchino il consenso – e la sopravvivenza.
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Prolungare i tempi nei Cie passando da 6 mesi a 18, così come previsto
dl n. 89, è una di quelle classiche misure che anzi permettono ai leader
del Carroccio e a quelli della destra di promettere strette
sull'immigrazione – dipinta come la vera minaccia al futuro del paese.
Contro questo provvedimento si sta alzando però un coro di no che si
moltiplica di giorno in giorno e che trova nell'appello lanciato dal
Forum immigrazione nazionale e dal Partito Democratico. Appello a cui
anche l'Unità aderisce. «Siamo contrari a che persone innocenti, che scappano dalla povertà alla
ricerca di un futuro migliore – si legge nel documento – siano private
della loro libertà e siano trattenute nei centri di identificazione fino
a 18 mesi solo perché colpevoli di essere senza documenti e per dover
essere identificati». Contro una norma che «calpesta i valori di
proporzionalità, ragionevolezza ed uguaglianza sanciti dalla nostra
Costituzione» hanno già firmato Livia Turco, Giuliano Pisapia, Marta
Vincenzi, Gad Lerner, Luigi Manconi e migliaia di comuni cittadini che
col loro passaparola stanno moltiplicando le adesioni su
www.mobilitanti.it, la piattaforma su cui il Pd lancia le sue campagne. Su mobilitanti.it è possibile firmare, ma anche scaricare la cartolina
«No al “carcere” per gli innocenti» e spedirla ai propri amici. Su
Facebook è possibile condividere la campagna con un semplice click, di
modo che tutti gli “amici” possano rilanciarla, mentre su Twitter chi lo
vuole può farla circolare copiando nel proprio status la frase «No al
"carcere" per gli innocenti. Fermiamo la vergogna. Firma l'appello!
http://bit.ly/nHzVhS».
Da oggi è possibile firmare anche su Unita.it, all'indirizzo www.unita.it/firme/no_al_carcere.
Da oggi è possibile firmare anche su Unita.it, all'indirizzo www.unita.it/firme/no_al_carcere.