Secondo Legambiente Lombardia nel territorio dell’Azienda sanitaria
Milano 2, quella di Melegnano, ci sono ancora 1.580 strutture edilizie
pubbliche e private con componenti in amianto o eternit; mentre in
quella di Lodi la cifra si attesta a 1.824.
Inoltre, una delle “bombe” ecologiche sotto i piedi dei lombardi - anche questa a base di tonnellate di eternit - è l’area militare ex Genio di Pizzighettone, a un tiro di schioppo dal Lodigiano, di fronte a Maleo. Sono emersi anche questi dati dall’iniziativa “Provincia di Milano eternit free”, organizzata ieri nella sede milanese di Bpm in collaborazione fra il sodalizio ambientalista, il comune capoluogo e l’amministrazione provinciale. Il convegno, se da un lato ha espresso la volontà di supportare con incentivi la riconversione a fotovoltaico dei tetti realizzati in eternit, dall’altro, appoggiando il cannocchiale sulle zone di Sudmilano e Lodigiano, ha rilevato più di 3.300 fabbricati edilizi dove il materiale killer - collegato in modo oggettivo all’aumento della mortalità tumorale, con 4000 decessi annui stimati - è ancora presente in massicce quantità. La divisione esatta delle strutture da bonificare è così ripartita: Asl Milano 2 1.501 immobili privati e 79 pubblici; Asl Lodi 1.534 privati e 290 pubblici. Il report dell’associazione menziona poi una serie di siti da bonificare con ordine di priorità massimo, e fra questi figura l’area di proprietà del demanio militare del ponte d’Adda a Pizzighettone, messa al quindicesimo posto fra le urgenze assolute. A Milano città sono 3.851 i siti censiti di cui 3.469 rappresentati da strutture pubbliche, quindi comprese scuole, impianti sportivi, municipi e altri servizi di proprietà pubblica. La stima totale lombarda si attesta a 80 milioni di metri cubi di amianto e amianto cemento da rimuovere in modo integrale. Secondo il vicedirettore nazionale di Legambiente Andrea Poggio nel protrarre così a lungo la presenza del materiale figlio di un’edilizia che non andava certo per il sottile, ha pesato la pura cornice sanzionatoria: «I lombardi spesso hanno avuto paura di denunciare la presenza di eternit sui loro tetti, ma questo è il momento di metterci assieme per trasformare un problema in un’ opportunità. Con gli incentivi, l’aiuto delle istituzioni e del credito, oggi è possibile far fiorire il fotovoltaico dove una volta c’era l’amianto». Per ulteriori informazioni sulla campagna “Provincia eternit free”: www.legambiente.it. Fonte: Il Cittadino
Inoltre, una delle “bombe” ecologiche sotto i piedi dei lombardi - anche questa a base di tonnellate di eternit - è l’area militare ex Genio di Pizzighettone, a un tiro di schioppo dal Lodigiano, di fronte a Maleo. Sono emersi anche questi dati dall’iniziativa “Provincia di Milano eternit free”, organizzata ieri nella sede milanese di Bpm in collaborazione fra il sodalizio ambientalista, il comune capoluogo e l’amministrazione provinciale. Il convegno, se da un lato ha espresso la volontà di supportare con incentivi la riconversione a fotovoltaico dei tetti realizzati in eternit, dall’altro, appoggiando il cannocchiale sulle zone di Sudmilano e Lodigiano, ha rilevato più di 3.300 fabbricati edilizi dove il materiale killer - collegato in modo oggettivo all’aumento della mortalità tumorale, con 4000 decessi annui stimati - è ancora presente in massicce quantità. La divisione esatta delle strutture da bonificare è così ripartita: Asl Milano 2 1.501 immobili privati e 79 pubblici; Asl Lodi 1.534 privati e 290 pubblici. Il report dell’associazione menziona poi una serie di siti da bonificare con ordine di priorità massimo, e fra questi figura l’area di proprietà del demanio militare del ponte d’Adda a Pizzighettone, messa al quindicesimo posto fra le urgenze assolute. A Milano città sono 3.851 i siti censiti di cui 3.469 rappresentati da strutture pubbliche, quindi comprese scuole, impianti sportivi, municipi e altri servizi di proprietà pubblica. La stima totale lombarda si attesta a 80 milioni di metri cubi di amianto e amianto cemento da rimuovere in modo integrale. Secondo il vicedirettore nazionale di Legambiente Andrea Poggio nel protrarre così a lungo la presenza del materiale figlio di un’edilizia che non andava certo per il sottile, ha pesato la pura cornice sanzionatoria: «I lombardi spesso hanno avuto paura di denunciare la presenza di eternit sui loro tetti, ma questo è il momento di metterci assieme per trasformare un problema in un’ opportunità. Con gli incentivi, l’aiuto delle istituzioni e del credito, oggi è possibile far fiorire il fotovoltaico dove una volta c’era l’amianto». Per ulteriori informazioni sulla campagna “Provincia eternit free”: www.legambiente.it. Fonte: Il Cittadino