Non c’è posto per l’inceneritore della Elcon, per mille motivi. La
parola giusta, utilizzata più volte dal comitato CasaleRespira nella
relazione spedita al Pirellone, è “incompatibile”: sotto il profilo
ambientale, urbanistico e della viabilità, perché avrebbe effetti
disastrosi sulla qualità dell’aria e nel caso di incidente rilevante,
senza contare che il progetto presentato è bollato come inaccettabile a
causa di numerose carenze. Il documento, consegnato martedì a coloro che
hanno partecipato alla commissione ambiente, è una difesa del
territorio precisa e puntuale, basata sullo studio delle carte a
disposizione e motivata in ogni suo punto.
LE MANCANZE DEL PROGETTO: Nelle
carte firmate Elcon non sono precisati gli orari di conferimento dei
rifiuti e le motivazioni per cui l’impianto debba lavorare 24 ore su 24.
Il comitato sottolinea che non c’è traccia di un piano di emergenza,
non è chiaro se siano previsti bacini di contenimento dei serbatoi di
stoccaggio e cosa sia stato ipotizzato per evitare reazioni
incontrollabili nel caso di guasti. Il sistema di monitoraggio
dell’atmosfera è considerato inadeguato: non prevede campagne di misura
della qualità dell’aria con mezzo mobile all’interno del centro abitato,
così non si possono analizzare le effettive quantità emesse. L’assenza
di una verifica continua dei microinquinanti organici e dei metalli
pesanti (non previsto dalla normativa) «determina una carenza di
informazioni proprio sui composti a maggior rischio tossicologico, per
cui le misure periodiche potrebbero essere inaccurate sottostimando le
reali emissioni di questi inquinanti nell’aria». Infine, non si fa
riferimento alle mitigazioni ambientali e alle compensazioni e non si
affronta il tema della salute pubblica.
CITTADINI A RISCHIO: L’inceneritore
confina con l’Unilever, che nel suo piano di evacuazione prevede il
rischio di incendio per la fuoriuscita di Pnp (propossi, propanolo),
un’emergenza che per CasaleRespira potrebbe estendersi alla Elcon:
questo aspetto non è stato preso in considerazione nel progetto. Non si
parla poi dell’eventuale esplosione dei bomboloni della Sovegas, che
contengono Gpl, propilene, isobutano, propano e normal butano.Il
comitato sottolinea che la viabilità della zona è già congestionata dal
traffico, 60 camion in più al giorno - quelli dichiarati dalla Elcon -
non farebbero che peggiorare la situazione. Lo studio della qualità
dell’aria, secondo il comitato, presenta dei problemi, a partire dal
fatto che i dati metereologici riferiti alla dispersione di inquinanti
non sono conformi a quelli locali. Nella relazione di CasaleRespira si
riportano i dati riferiti al Pm10 nel Lodigiano, è inoltre presente una
tabella che indica metalli, non metalli, metalloidi scaricati in
atmosfera dall’inceneritore, con i principali articoli scientifici che
attestano gli effetti nocivi degli elementi o dei loro derivati, in base
alle informazioni dell’Isi, Insitute of Scientific Information.
«L’Università degli studi di Pavia - si legge - ha pubblicato di recente
uno studio che denuncia l’elevato grado di incidenza di tumore nel
territorio lodigiano, portando ulteriormente all’attenzione
dell’opinione pubblica un tema già purtroppo noto. L’impianto e gli
inquinanti emessi insistono su una situazione già compromessa,
aggravandola». Sono citati una trentina di studi che parlano delle
ricadute degli inceneritori sulla popolazione.
È NEL CENTRO ABITATO: «Il
Lodigiano non ha alcun bisogno di questo impianto», basta leggere il
piano rifiuti della provincia. Senza contare che non ci sarebbero
benefici nè economici nè occupazionali. CasaleRespira sostiene che la
collocazione dell’inceneritore non rispetti la distanza minima dal
centro abitato, anzi, si troverebbe proprio al suo interno. Nei pressi
dell’impianto ci sono poi l’Itis e l’Asl, le aree agricole e il Plis del
Brembiolo. Se da una parte mancano i cosiddetti fattori preferenziali,
come la vicinanza a impianti di trattamento rifiuti, dall’altra
l’attuale sistema di depurazione e trattamento del comune non può
sostenere l’apporto dell’impianto. In poche parole «la superficie
interessata dal progetto non può essere utilizzata».Fonte: Il Cittadino