Terreni agricoli tagliati in due, colture e allevamenti a rischio
sopravvivenza. Cresce l’allarme dal mondo dei campi per il via libera
del Cipe al tracciato della Tem. Il comitato interministeriale per la
programmazione economica ha infatti autorizzato la nuova tangenziale
esterna di Milano, che collegherà l’A1 con l’A4 Milano-Venezia su un
percorso di 32 chilometri fra Melegnano e Agrate Brianza. E il maxi
progetto rischia di diventare un incubo per quasi 200 famiglie di
agricoltori, che sono già sul piede di guerra.
Per la Coldiretti «se il
progetto rimane quello che ci hanno presentato - spiega Carlo Greco,
direttore dell’associazione per Milano e Lodi - l’impatto sul territorio
sarà fortissimo: con campi tagliati in due e problemi per la gestione
delle colture e per la sopravvivenza stessa delle aziende». Sulla stessa
linea una coltivatrice di Paullo, Ivana Regazzetti: «Purtroppo credo
che ormai sia troppo tardi per sentire la nostra voce, quando
arriveranno le ruspe la mia azienda sarà messa a dura prova. Le auto
correranno a poche decine di metri dagli allevamenti di bovini da latte.
Sarà quindi un grave problema». La Tem, che ora andrà in cantiere entro
l’anno, è probabilmente l’opera a maggior impatto ambientale della
storia del Lodigiano e del Sudmilano. Verrà realizzata una striscia
d’asfalto a sei corsie che coinvolgerà 35 comuni, lungo un asse di 17
chilometri. È previsto poi tutto un tracciato di viabilità secondaria,
che si estenderà per 38 chilometri, oltre ad un’attenta riqualificazione
di parte della viabilità preesistente in zona. Il costo del colosso
sarà di 1,7 miliardi di euro, con l’avvio dei lavori in programma per
autunno, nella speranza di terminare il cantiere entro il 2015.Una
situazione che ha portato i vertici di Coldiretti a prendere posizione
in modo deciso. «Le strade sono importanti, ma bisogna mettere ordine
con regole che tutelino le aree coltivate e il territorio - spiega il
direttore Greco - Senza la terra non finisce solo l’agricoltura ma anche
l’ambiente, lo sviluppo economico, la produzione di cibo, i servizi. E
dopo cosa ci resta? Solo l’asfalto. Le valutazioni sull’impatto delle
infrastrutture non possono essere certo fatte sulle carte, a tavolino,
ma bisogna andare sul posto, azienda per azienda, e garantire i giusti
indennizzi a chi lavora a quei terreni destinati a essere cancellati per
sempre».A rischio ci sarebbero molte coltivazioni, che si trovano
proprio nella zona dove verrà costruita la tangenziale est esterna, in
particolare mais, cereali, fieno. Alla luce della grandi opere stradali
che verranno realizzate in Lombardia, il timore degli agricoltori è
forte. «Queste infrastrutture tolgono spazi verdi e vitali a tutti i
cittadini e al territorio - dice Carlo Franciosi, presidente di
Coldiretti Milano e Lodi -. Ad esempio con la proposta adesso anche
della futura Toem (la gemella della Tem ma sul lato ovest di Milano),
sarà cancellata una produzione di 4 milioni di piatti di riso».Fonte: Il Cittadino