Anche Italia Nostra Sud Est Milano aggiunge la sua voce alle molte che
non vogliono la fine di cascina Ronco, l’ultima impresa agricola (anche
se non è proprio così), attiva in territorio di San Donato.«Le
associazioni sandonatesi, soprattutto quelle di tipo paesaggistico
ambientale, devono unirsi e formare un coordinamento contro lo
snaturamento di una corte che risale al 1500», è la convinzione della
nuova sezione territoriale con competenza su tutto il Sudmilano.
Inoltre: «Non è possibile accettare l’abbattimento degli stabili e la
totale riconversione residenziale se prima non si garantisce il
proseguimento dell’attività agricola».Quest’ultima riguarda 80 ettari di
superficie coltivata, tutti sotto vincolo del Parco Sud, che in un modo
o nell’altro dovranno comunque continuare ad essere condotti anche
quando il piano residenziale prenderà forma. La battaglia per la tutela
dell’ultima cascina sandonatese non è proprio tale - a qualche centinaio
di metri c’è cascina Bosco, isolata nell’ultimo lembo ad ovest del
comune - ma registra anche in pieno agosto un nuovo sviluppo dopo le
prese di posizione di pochi giorni fa, compresa la raccolta firme tra i
cittadini.Italia Nostra pone l’accento, oltre che sull’antichità del
luogo, anche sulla necessità di dare di trasferire il ricovero attrezzi e
le strutture. «La cascina Ronco risale alla fine del XVI secolo -
annota Cristiana Amoruso, vice presidente Italia Nostra Sud Est - ed ha
sempre fatto parte della storia di Poasco sui catasti e sulle mappe. La
gestione della famiglia Villa, tuttora in essere, va avanti dal 1936.
Questa impresa agricola in affitto (la proprietà è passata dall’ex Ipab
Golgi Redaelli ad altri gruppi immobiliari, nda) garantisce al
territorio sandonatese la continuità di una radice agricola,
faticosamente mantenuta nonostante l’urbanizzazione massiccia e
l’aumento dell’inquinamento».Secondo la portavoce Italia Nostra un
anonimo, per quanto bello, complesso di appartamenti azzererebbe anche
il valore didattico di questa “agricoltura di città”: «Cascina Ronco è
sempre stata un perno non solo per le visite ai fabbricati agricoli, al
mulino o per le iniziative volte a far conoscere gli animali e
l’agricoltura, ma anche per feste di paese, rinfreschi di nozze,
spettacoli teatrali, nonché per il mese mariano di maggio. È il simbolo
identitario di un paese».L’associazione insiste sulla mancanza di
garanzie all’attività agricola, anche trasferita: «Nel nuovo Pgt non c’è
più neppure il vincolo del mantenimento dell’attività agricola al di
fuori della cascina». Ecco allora l’idea di un fronte comune fra
associazioni del territorio contro il maxi recupero edilizio: «Occorre
promuovere iniziative congiunte e rivolgiamo il nostro invito
specialmente alla neonata sezione del Fondo Italiano per l’ambiente di
San Donato».Fonte: Il Cittadino