giovedì 18 agosto 2011

San Giuliano: «Non usciamo da Rocca Brivio»

«Da Rocca Brivio San Giuliano non esce, anche perché se si vendono le quote bisogna trovare chi le compra e chi sostiene gli investimenti sul luogo. Insomma: non è così semplice». Mario Oro, assessore al bilancio nella giunta di Alessandro Lorenzano, in piena estate sottolinea che il suo comune non ha una “exit strategy” nel cassetto per la rocca lungo la via Emilia. E con questo si distingue dai malumori manifestati dai due confinanti: San Donato e Melegnano.
Se San Donato vuole vendere il suo pacchetto del 5 per cento in Rocca Brivio Sforza Srl e Melegnano ha detto chiaramente che non vuol comprare, San Giuliano ricorda a tutti che «smontare» una partecipata pubblica non è una cosa così semplice. Di conseguenza per ora il filo tra via De Nicola e la “sua” rocca (visto che il territorio è quello sangiulianese) non si spezza. Gli occhi di un comune che certo non ha una situazione finanziaria opulenta, come San Giuliano, non si sono posati sull’apparentemente succoso pacchetto azionario da mettere sul mercato. «Non abbiamo alcuna intenzione di disimpegnarci dalla rocca - è dunque la dichiarazione del titolare del bilancio - sia per una ragione politica che per una di ordine pratico ed economico. La motivazione politica consiste nel fatto che noi crediamo alla potenzialità culturale di Rocca Brivio, in particolare in rapporto al vicino appuntamento di Expo Milano 2015. Già l’anno scorso, durante il mandato dell’amministrazione di Luigia Greco, nelle commissioni comunali sono emerse idee interessanti per agganciare il polo culturale del Parco Sud al calendario di Expo Milano, che prevedibilmente sarà fittissimo. Il socio di maggioranza Tasm e l’amministratore unico Achille Taverniti stanno facendo un buon lavoro con i restauri e le riqualificazioni della struttura, anche in questo caso nei limiti delle risorse a disposizione. Quindi politicamente - aggiunge l’assessore Oro - non c’è ragione di sposare la sfiducia nel funzionamento del perno culturale. Ma quando si parla di vendita, bisogna anche capire bene lo scenario di mercato. Ha senso correre a vendere se si vende qualcosa di funzionale in tempi immediati e rapidissimi. Ma qui, anche se tutti i comuni (che complessivamente detengono il 46 per cento, ndr) corrono a piazzare sul mercato le azioni, chi subentra si ritrova in mano un bene su cui investire. Deve farsi un piano finanziario. Il quadro di Rocca Brivio, insomma, è più complesso ed esige tempi adeguati».Fonte: Il Cittadino
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