«Da Rocca Brivio San Giuliano non esce, anche perché se si vendono le
quote bisogna trovare chi le compra e chi sostiene gli investimenti sul
luogo. Insomma: non è così semplice». Mario Oro, assessore al bilancio
nella giunta di Alessandro Lorenzano, in piena estate sottolinea che il
suo comune non ha una “exit strategy” nel cassetto per la rocca lungo la
via Emilia. E con questo si distingue dai malumori manifestati dai due
confinanti: San Donato e Melegnano.
Se San Donato vuole vendere il suo
pacchetto del 5 per cento in Rocca Brivio Sforza Srl e Melegnano ha
detto chiaramente che non vuol comprare, San Giuliano ricorda a tutti
che «smontare» una partecipata pubblica non è una cosa così semplice. Di
conseguenza per ora il filo tra via De Nicola e la “sua” rocca (visto
che il territorio è quello sangiulianese) non si spezza. Gli occhi di un
comune che certo non ha una situazione finanziaria opulenta, come San
Giuliano, non si sono posati sull’apparentemente succoso pacchetto
azionario da mettere sul mercato. «Non abbiamo alcuna intenzione di
disimpegnarci dalla rocca - è dunque la dichiarazione del titolare del
bilancio - sia per una ragione politica che per una di ordine pratico ed
economico. La motivazione politica consiste nel fatto che noi crediamo
alla potenzialità culturale di Rocca Brivio, in particolare in rapporto
al vicino appuntamento di Expo Milano 2015. Già l’anno scorso, durante
il mandato dell’amministrazione di Luigia Greco, nelle commissioni
comunali sono emerse idee interessanti per agganciare il polo culturale
del Parco Sud al calendario di Expo Milano, che prevedibilmente sarà
fittissimo. Il socio di maggioranza Tasm e l’amministratore unico
Achille Taverniti stanno facendo un buon lavoro con i restauri e le
riqualificazioni della struttura, anche in questo caso nei limiti delle
risorse a disposizione. Quindi politicamente - aggiunge l’assessore Oro -
non c’è ragione di sposare la sfiducia nel funzionamento del perno
culturale. Ma quando si parla di vendita, bisogna anche capire bene lo
scenario di mercato. Ha senso correre a vendere se si vende qualcosa di
funzionale in tempi immediati e rapidissimi. Ma qui, anche se tutti i
comuni (che complessivamente detengono il 46 per cento, ndr) corrono a
piazzare sul mercato le azioni, chi subentra si ritrova in mano un bene
su cui investire. Deve farsi un piano finanziario. Il quadro di Rocca
Brivio, insomma, è più complesso ed esige tempi adeguati».Fonte: Il Cittadino