Ingresso colabrodo alle case Aler di Casale. Il mega palazzo bianco, che
sorge lungo la via Emilia, vanta un ingresso posteriore in via
Matteotti, da dove si entra e si esce in macchina, in bicicletta e a
piedi, ma solo schivando le innumerevoli buche, se ci si vuole salvare
caviglie e ruote. I residenti degli appartamenti Aler (azienda lombarda
edilizia residenziale) chiedono la riqualificazione del viale di
ingresso, di cui usufruiscono tuttavia anche i residenti del palazzo
giallo, privato, che confina con la palazzina Aler, sorta negli anni
Settanta.
«Quest’inverno con la pioggia, le buche si riempivano d’acqua e
diventavano vere e proprie piscine, - ha raccontato una signora che
abita nella palazzina Aler - e io mi sono più volte lamentata con il
comune che però non può fare nulla, perché la competenza è
dell’Aler».«Qualche mese fa sono inciampata lungo il vialetto di
ingresso tornando a casa, - le ha fatto eco un’altra anziana residente -
e per fortuna non mi sono fatta nulla di grave. Bisognerebbe
intervenire prima che inizi l’inverno, - ha continuato - per evitare le
pozzanghere e la fanghiglia dello scorso anno». Nonostante gli slalom,
anche le macchine rischiano di spaccarsi a causa dell’asfalto rovinato e
delle buche. Il comune di Casale non ha negato il problema ma ha anche
ribadito che ad intervenire deve essere l’Aler. Obiettivo dell’Aler è
riqualificare il viale di ingresso della palazzina casalese,
compromesso. L’azienda però vuole che il palazzo giallo, privato, che
sorge accanto alla palazzina Aler partecipi alle spese di
riqualificazione del vialetto, perché i residenti di quella struttura
privata utilizzano il viale tanto quanto i residenti della palazzina
Aler. I vertici dell’azienda hanno fatto sapere di aver contattato più
volte gli amministratori della palazzina privata ma senza successo. Aler
ha quindi ribadito più volte di voler risolvere il problema e
restituire un viale finalmente praticabile senza difficoltà ma insiste
affinché i privati del palazzo accanto compartecipino alle spese,
chiedendo l’intervento dell’amministrazione comunale come intermediario.Fonte: Il Cittadino