Nuovo “addio” nella giunta: il sindaco Mario Dompé ieri ha ritirato le
deleghe all’assessore Ilaria Amé. Dall’inizio del mandato è il sesto
esponente dell’esecutivo, tra “licenziati” e dimissionari, che lascia i
piani alti dell’istituzione. La notizia che era ventilata sin dalla
mattina negli ambienti civici e politici del territorio ha trovato
conferma nelle ore successive in una sintetica nota diramata dal
municipio in cui insieme l’annuncio della «revoca con decorrenza
immediata» dell’incarico, viene reso noto che le deleghe alle pari
opportunità, politiche femminili, tempi e orari, passano all’assessore
ai servizi sociali e alla famiglia, Marco Zampieri. La diretta
interessata ha spiegato che interverrà con una nota nei prossimi giorni,
nel frattempo dagli esponenti locali del Pdl ieri pomeriggio sono
arrivate le prime reazioni. «Ancora una volta - ha attaccato il
berlusconiano Alessandro Fava, coordinatore locale del partito per
l’area forzista -, il sindaco ha deciso autonomamente, senza affrontare
alcun passaggio con il partito. Si tratta di una scelta indipendente,
come lo sono la maggior parte delle sue decisioni, compresa la nomina di
due nuovi assessori prima delle vacanze estive. Credo che a questo
punto i cittadini si siano resi conto dell’inadeguatezza e
dell’inaffidabilità della sua figura e che si sia compromesso da solo
qualsiasi futuro politico nella città. Intanto l’attuale giunta
rispecchia sempre meno la rappresentatività del voto di quattro anni
fa». Mentre il portabandiera in aula del Pdl Manolo Lusetti in una nota
commenta: «Reputo questa estromissione priva di senso politico; per
quanto ne so l’assessore Amè è stata un amministratore presente e
laborioso. Anzi, proprio nel momento in cui era sotto attacco del
consigliere di Rifondazione, è stata allontanata, seguendo le sorti di
Massera e Fava. Peccato che, senza l’apporto di voti di questi tre
esponenti, Dompè non sarebbe sindaco: quale futuro dunque ci può
essere?». E conclude: «Ancora una volta apprendiamo dai giornali ciò che
accade in municipio, senza che il sindaco fornisca ragguagli circa le
proprie decisioni. Sono molto imbarazzato per questo modo di gestire la
cosa pubblica e so che questo imbarazzo è largamente condiviso nel Pdl a
vari livelli».Fonte: Il Cittadino