Prima ha minacciato di sgozzare i carabinieri con i cocci di una
bottiglia di birra, quindi si è messo a prendere a morsi i militari che
si trovavano “a portata di bocca” per il solo fatto di aver osato
chiedere i documenti identificativi.Una furia senza controllo, che è
costata al 22enne tunisino H. N. l’arresto per resistenza e violenza
contro pubblico ufficiale. Nella notte tra mercoledì e giovedì, fermato a
bordo di una Seat Ibiza con altri tre nordafricani visibilmente
ubriachi, ha mandato due carabinieri all’ospedale con 15 e 10 giorni di
prognosi mentre lui ha passato il resto della notte in camera di
sicurezza. Al processo per direttissima presso il tribunale di Milano è
stato convalidato il suo arresto ed è stata disposta la custodia
cautelare in carcere: ora il tunisino si trova a San Vittore. Non troppo
distante dal terminal della metropolitana milanese era in servizio la
pattuglia dei carabinieri. Così com’era avvenuto all’inizio della
settimana gli operanti hanno incontrato un’auto tra via Kennedy e via
Marignano: se la prima volta i militari avevano arrestato un pericoloso
latitante e un complice con gli arnesi del mestiere per perpetrare un
furto, in questo caso sono stati bloccati quattro nordafricani un po’
troppo su di giri. Vista verso le 2 la Seat Ibiza con a bordo alcuni
giovani, è stato deciso immediatamente il controllo temendo si trattasse
di un’altra banda in agguato per furti in box o in abitazioni.Dei
quattro, tutti nordafricani, il più ebbro era H. N. che ha subito
affrontato a muso duro gli uomini dell’Arma che gli hanno chiesto di
esibire i documenti. Si è inizialmente rifiutato di consegnare il
passaporto e poi ha inveito contro le forze dell’ordine.In breve dalle
parole è passato alle vie di fatto spintonando i carabinieri. È quasi
subito emerso che il suo malumore era dovuto al fatto di essere privo
dei documenti, ma di certo non ha voluto ammetterlo.Dietro l’insistenza
dei due militari in pattuglia, il tunisino, sotto gli occhi stupefatti
degli amici, ha giocato l’ultima carta minacciando di sgozzare i suoi
interlocutori. Avrebbe usato una bottiglia di birra come arma
contundente, se non fosse stato tirato in disparte. Allora ha cominciato
ad attaccare con pugni, calci e infine morsi. Portato in caserma ha
continuato a opporre resistenza in preda al raptus tempestando di calci
la vettura di servizio e tentando di mordere chiunque gli capitasse a
tiro. Si è tranquillizzato in una delle camere di sicurezza della
caserma dove è stato rinchiuso con l’accusa di resistenza, violenza a
pubblico ufficiale, lesioni e minacce.Fonte: Il Cittadino