sabato 14 gennaio 2012

«Basta colate di cemento nel Parco sud» - Previsto un maxi presidio degli ecologisti davanti alla Provincia. Sotto accusa le nuove modifiche del Piano territoriale - Lunedì l’assemblea dei sindaci rischia di tagliare ancora più verde

Ambientalisti e non solo in trasferta a Milano lunedi prossimo, davanti a palazzo Isimbardi, per dire ai sindaci e alla provincia «il Parco Sud non si tocca». Porteranno le loro preoccupazioni per il destino del Parco, assieme a un “decalogo” per salvare il polmone verde attorno alla città.
La manifestazione vuole alzare l’attenzione soprattutto sulla procedura di modifica del Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento provinciale, che potrebbe cambiare (con l’ok dei primi cittadini) consentendo rapide varianti urbanistiche ai vecchi fabbricati agricoli dismessi e portando avanti anche il progetto della Tem, la tangenziale esterna di Milano, che negli ultimi tempi si è messo a traballare parecchio dal punto di vista economico. In prima fila c’è l’Associazione Parco Sud, ma l’elenco cresce con Cia,Confederazione Italiana Agricoltori Milano e Lodi; Desr, Distretto di economia solidale del Parco Agricolo; Forum Salviamo il Paesaggio; Gol, Gruppo ornitologico lombardo; Italia Nostra Milano Sud Est; Lac, Lega per l’abolizione caccia Lombardia; Legambiente Lombardia; cooperativa Mag2; Tavolo finanza etica; Wwf Lombardia; e poi si prosegue con Comitato No Tem Si Metro, Wwf Sudmilanese, No Toem (Tangenziale ovest esterna di Noviglio) e tanti altri. Tutti i sodalizi sono uniti nel ritenere che un’ulteriore modifica del perimetro del Parco, oltre che dannosa, nelle condizioni attuali sarebbe inutile perché la realtà concreta dello sviluppo edilizio è che nemmeno si riescono a riempire le aree già stralciate anni fa. «Le istituzioni, cominciando dalla Provincia che ha nelle mani la direzione dell’ente, a questo punto devono prendere coscienza che l’urbanizzazione è arrivata ai suoi limiti - è la riflessione d’insieme - mettendosi a far “vivere” davvero il Parco Sud, come agricoltura, turismo sostenibile, valori storico architettonici. Tutte cose previste dalla legge attuativa del 1990». Secondo l’associazione per il parco e chi la seguirà lunedi prossimo «basta rassicurare i costruttori, è ora di rassicurare i cittadini. Ci si dimentica che il Parco Sud è nato dalla volontà dei tanti che hanno firmato la proposta di legge per la sua istituzione». «Il Parco Sud non è un bosco - continuano -, ma si chiama agricolo proprio perché esprime un’attività umana ed economica concreta». Il comitato promotore annota infine che anche qualora fosse possibile alzare gli azzonamenti edificabili, le condizioni economiche generali lo renderebbero inutile: «Sono passati dieci anni, non 17, per lo stralcio di ampie aree non urbanizzate nel precedente Ptcp. Col tempo si sono dimostrate sovradimensionate, e pochissimi comuni hanno esaurito la metratura disponibile».Fonte: Il Cittadino
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