venerdì 27 gennaio 2012

Blocco tir, per ora nessuna emergenza

La protesta dei tir nel nord Italia significa il 20-25 per cento in meno di prodotti freschi sui bancali, da Roma in giù può equivalere anche al 40-50 per cento che non parte nemmeno. La precisazione arriva dai grandi gruppi della distribuzione commerciale affacciati lungo la statale via Emilia nella zona sudmilanese.
In un’altra giornata di movimentazione merci a singhiozzo sulle strade italiane, punto d’incrocio di mille motivi di protesta, nel Sudmilano le catene che gestiscono i supermercati offrono alcuni chiarimenti validi anche ad uso futuro sulle conseguenze locali di un caos simile. Prima certezza, l’“autonomia” dei supermercati, per quanto riguarda il reparto del fresco, è ovviamente molto ridotta e non c’è alternativa a questa situazione: «Se abbiamo un’autonomia per frutta, verdura, pane e tutti i prodotti di giornata? - commenta la direzione dell’iper Carrefour di San Giuliano - L’abbiamo nei minimi termini possibili, nel senso che per quattro-cinque giorni si può andare avanti con le scorte, poi se non arrivano le consegne i banconi si svuotano. Non può che essere così per tutti, dato che le merci viaggiano su gomma per quanto riguarda l’ottanta - novanta per cento». Secondo punto chiaro: è difficile fare una media generalizzata del danno provocato da una situazione generale come quella della settimana in corso, unificando l’intera penisola: «È impossibile dare delle cifre medie per tutti per la pura e semplice ragione che una via di comunicazione può essere libera e l’altra no - continua il punto vendita di via Tolstoj - complessivamente però il picco di mancate consegne, parliamo per noi Carrefour, è più marcato al Centro Sud, dove è rimasto fermo nei magazzini circa il 40 per cento delle merci in consegna».«Da lunedì scorso più o meno ci manca il 15-20 per cento di prodotti nell’ortofrutticolo, il 75-80 c’è - aggiungono dalla Gs di Vizzolo Predabissi - con quelli dell’agroalimentare meridionale in testa a tutto. Magari il radicchio o i cetrioli arrivano, i peperoni siciliani sarà più difficile trovarli in questa stagione». Il comportamento dei consumatori finora è stato abbastanza paziente e razionale, nel senso che di eroiche contese per accaparrare l’ultimo chilo di pomodori non ce n’è state. Niente panico, anche se un blocco veramente duro, prolungato, un “muro a muro” protratto per settimane costringerebbe a mettere in gioco alternative non sufficienti: «Se si fermasse il trasporto agroalimentare su gomma a lunga e lunghissima percorrenza ci sarebbero i fornitori locali - spiegano in conclusione le direzioni - che già ora entrano in piccola percentuale nell’approvvigionamento. Ma non basterebbero: bisogna che i tir viaggino in tutta Italia, altrimenti nei supermercati manca qualcosa».Fonte: Il Cittadino
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