giovedì 8 marzo 2012

San Colombano - «Nessuno tocchi l’oasi protetta» I cacciatori difendono la collina

Nessuno vuole lo spostamento dell’oasi collinare, nemmeno i cacciatori: con un voto durante l’assemblea la maggioranza dei soci dell’associazione venatoria ha detto no a spostare l’oasi protetta.L’ipotesi di spostamento dell’oasi protetta è uscita alla fine dell’anno scorso nell’ambito dell’avvio delle procedure di scrittura del nuovo piano faunistico venatorio della provincia di Milano, previsto in arrivo solo l’anno prossimo. Sette anni fa un analogo tentativo dei cacciatori andò a vuoto.
L’oasi faunistica di San Colombano è un’area protetta di 246 ettari di terreno in zona Malpensata, a sud della collina, interdetta alla caccia da 60 anni. La zona protetta fu creata nel dopoguerra per la salvaguardia dell’habitat naturale e della fauna, in particolare la popolazione di lepri, che nei terreni trova un naturale rifugio adatto alla riproduzione a al mantenimento della colonia. L’orientamento dei vertici dei cacciatori locali, anche se non apertamente manifestato, era quello di indicare alla provincia l’apertura dell’attuale oasi alla caccia con la determinazione di un nuovo territorio protetto in un’altra zona collinare esposta a nord, a ridosso dell’abitato. La motivazione sarebbe quella di un miglior irradiamento naturale della selvaggina e di un ulteriore allontanamento delle doppiette dalle case. L’ipotesi di spostamento è contestata dall’associazione ambientalista locale Il Picchio Verde, che ha fatto partire una raccolta firme per evitare la distruzione di un ambiente protetto da più di 60 anni.Venerdì scorso i cacciatori si sono confrontati su questa proposta, perché molti soci avevano manifestato le loro perplessità sull’operazione: a loro dire, non porterebbe alcun beneficio in termini di caccia e rischierebbe invece di eliminare un’importante zona di ripopolamento, proprio come si fece anni fa aprendo alla caccia la zona delle Regone, oggi vuota di selvaggina. A volere lo spostamento dell’oasi sono stati in 19, a essere contrari in 21 con altri 7 astenuti. «Avevamo già annunciato che avremmo fatto richieste alla Provincia per lo spostamento o il mantenimento solo a fronte di un risultato netto, che invece non c’è stato - dice Pietro Luigi Borella, presidente dei cacciatori locali -. A mio avviso lo spostamento sarebbe stato più opportuno, ma rispetteremo l’indicazione di sostanziale parità e non faremo richieste in nessun senso».La Provincia di Milano potrebbe decidere d’ufficio di procedere allo spostamento, ma a questo punto dovrebbe spiegare le ragioni di una scelta fatta contro la volontà sia degli ambientalisti sia dei cacciatori.Fonte: Il Cittadino
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