sabato 7 aprile 2012

San Giuliano - La centrale a biogas è ormai alle porte

Mentre la petizione Internet contro il biogas non sembra poter andare molto oltre le 150 firme, nei terreni attorno a cascina Occhiò a San Giuliano spuntano i primi paletti. Che delimitano l’area di un ettaro entro cui sorgerà la centralina destinata a produrre energia elettrica dal trinciato di mais coltivato nei terreni circostanti.
Da alcuni giorni la zona interessata dall’impianto energetico approvato da amministrazione comunale e Parco Sud alla fine dell’anno scorso, appare delimitata da segnali che circoscrivono la zona dove nel giro di poco tempo dovrebbe cominciare la costruzione delle cisterne per la fermentazione, e della centralina a motore che metterà in rete l’energia. In questo modo si arriva davvero all’anticamera di una cantierizzazione sempre più vicina e che sembra aver lasciato alle spalle la fase più acuta della contestazione. Il “no al biogas” si è espresso alcuni mesi fa nella valutazione negativa di alcune forze politiche e appunto nel tentativo di avviare una raccolta firme elettronica su un portale specializzato in iniziative che sorgono dal basso. In questo caso a sponsorizzare la petizione online era stato inizialmente il movimento San Giuliano a 5 Stelle, cioè i “grillini” sangiulianesi, con l’obiettivo di raccogliere diverse centinaia di adesioni se non di superare il migliaio. Le cose però sembrano essere andate piuttosto diversamente, perché il documento che motiva l’opposizione al biogas è riuscito ad attirare 134 firme in poco più di due mesi, e non sembrano esserci molte possibilità di incrementare il “tetto” raggiunto. Dal canto loro ambientalisti e altre voci dissidenti rispetto alla centralina di Occhiò si possono parzialmente consolare con il fatto che gli impianti saranno uno solo e non due, visto che la seconda autorizzazione presentata dalla Società agricola Montone (realizzatrice dell’opera) è stata giudicata non ammissibile sia dal Comune che dal direttivo del Parco agricolo Sud Milano. La prima no, e perciò consente di iniziare in tempi brevi la costruzione di un’unità di bioenergie grande 2500 metri quadrati, circondata da un ettaro recintato di superficie più altri 180 ettari di coltura di mais che serviranno come materiale di innesco della fermentazione. Il biogas appena fuori Occhiò, abitato antichissimo, è inoltre soggetto ad altre 46 prescrizioni e indicazioni che vanno dal controllo delle emissioni al piano colore.Fonte: Il Cittadino
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