“Voragine” del Certosa, ieri mattina operai al lavoro nella zona ovest
città. La squadra scopre la reale situazione della roggia tombinata
sotto la voragine di via Adda, che qualche settimana fa ha provocato
anche un esposto ai carabinieri da parte del Comitato che rappresenta i
residenti nel quartiere che confina con Borgolombardo e via Di Vittorio.
Risultato: le cose sono più complesse di quanto sospettato e
l’intervento condotto in mattinata, che in teoria avrebbe dovuto
rappresentare un ripristino manutentivo, ha assunto più che altro il
carattere di un’ispezione. Una manutenzione vera e propria si potrà
mettere in atto solo più avanti, sulla base della convenzione stipulata
fra San Donato e San Giuliano Milanese anni fa. In termini generali
sembra che la convenzione assegni al municipio di via De Nicola (quello
sandonatese) tanto l’onere dell’ispezione quanto quello della
manutenzione ordinaria e straordinaria nella caverna a lato del
parcheggio. Se così stanno le cose, dovrebbe essere a carico del
bilancio di Andrea Checchi, e non di Alessandro Lorenzano, l’apertura di
un capitolo di spesa alla voce lavori pubblici. L’avvallamento
segnalato alle autorità nei giorni scorsi (benchè aperto da almeno un
anno in qua) risulta fisicamente in comune di San Giuliano Milanese ma
inaccessibile da strade sangiulianesi, visto che via Adda è a fondo
chiuso verso la statale Emilia, e anche via Greppi finisce in un imbuto
prima di Borgolombardo. Tale situazione di enclave fa sì che la buca
della discordia preoccupi soprattutto i sandonatesi, che passano in via
Adda tutti i giorni per raggiungere la scuola di via Greppi vicino alla
parrocchia. É naturale quindi che il problema sia stato sollevato da
loro piuttosto che dai dirimpettai del borgo sangiulianese. Ieri
l’ispezione manutentiva spedita dall’ufficio tecnico ha acclarato che
cosa ci sia esattamente sotto quelle assi dalle quali escono miasmi e
forse anche acqua che si infiltra nei box vicini. Una ruspa ha sollevato
una parte dell’asfalto e ha dato un’occhiata sul profilo idrico e
geologico sottostante. Sotto lo spazio di parcheggio auto a quanto pare
le rogge sono tre, di cui una asfaltata senza possibilità di ispezione.
Altre rogge presentano invece il problema opposto, per cui il flusso ha
eroso le camerette di contenimento generando la parziale dispersione
libera dell’acqua sotterranea. Una situazione definita “più complessa
del previsto” dal comitato Per Certosa.Fonte: Il Cittadino
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