domenica 8 luglio 2012

"PROG. UNA SUITE LUNGA MEZZO SECOLO" di Donato Zoppo (Arcana Edizioni)

Una copertina che sembra scolpita nel legno, indizio di una porta robusta che nel tempo è riuscita a preservare tesori che nulla ha scalfito. Al centro di essa, nella cornice, è “intagliato” il titolo, imponente e diretto. “Prog”, pubblicato da Arcana Edizioni, è il nuovo lavoro di Donato Zoppo che, suffragato dal sottotitolo “Una suite lunga mezzo secolo”, non avrebbe bisogno di molti commenti.
Eppure di questo libro bisogna parlare per i contenuti trattati in maniera colta ed intelligente, privi di fronzoli, e scritto con accurata attenzione da Zoppo. Non una schematica presentazione degli album migliori di un genere che ancora oggi divide critica e pubblico, perché di questo non ve ne era assolutamente bisogno, ma una analisi dettagliata affrontata in ordine cronologico.
“Prog” è il risultato di una passione estrema dell’autore, un amore incondizionato che lo ha portato più volte ad approfondire l’argomento in questione con risultati sempre apprezzabili. Ma quest’ultima “creatura” è diversa da tutto ciò che è stato scritto finora da Zoppo e da altri autori.
E’ questa un’opera definitiva o che, comunque, può essere considerata tra le più importanti nel suo genere, caratterizzata da una efficace linearità descrittiva tipica di Zoppo, in cui si ripercorrono l’evoluzione e i mutamenti di una epopea musicalmente felice, arrivando fino alle nuove espressioni del prog attuale.
Il libro, dedicato ad Ernesto De Pascale, scomparso lo scorso anno, è introdotto da una interessante prefazione di Ray Thomas, componente dei Moody Blues, gruppo inglese che con l’album “Days of future passed” ha anticipato il cambiamento strutturale di quella musica, segnale colto e sviluppato successivamente dai King Crimson nell’album “In the court of Crimson King”.
La “suite lunga mezzo secolo”, articolata in quattro “parti”, oltre a illustrare il passaggio dal beat ai primi accenni di prog, avvenuti nel biennio 1967-‘68, e il conseguente periodo di maggior fulgore (1969-1974), non trascura le “scuole nazionali”, dalle quali verranno fuori espressioni musicali diverse, legate alla cultura dei paesi di origine.
Sottolinea Zoppo che “il progressive diventa il passaporto della libertà: ogni nazione esprime una propria identità compositiva, legata alla temperie artistica, culturale e politica del momento”.
Tra quelle scuole una parte rilevante l’ha avuta l’Italia, pronta a confrontarsi con i colossi britannici King Crimson, Genesis, Emerson, Lake & Palmer, Van der Graaf Generator e Yes. Un capitolo in cui viene sottolineata l’importanza di gruppi come Banco del Mutuo Soccorso, Premiata Forneria Marconi, Osanna, Le Orme e New Trolls veri motori di un movimento che di fatto ha rivoluzionato il modo di fare musica in Italia.
A significare l’immortalità del prog, Zoppo dedica l’ultimo capitolo a gruppi come Dream Theater, Echolyn e Mars Volta, che hanno fatto propria quella lezione, spingendosi più avanti e dando continuità ad una scuola che non cesserà mai di esistere. Fonte: musicalnews.com

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