sabato 29 settembre 2012

Mediglia - La centrale a biogas scatena le proteste

Troppi camion, smog e rumori. Il “viavai” di mezzi pesanti da via Risorgimento, necessario alla realizzazione del nuovo impianto di biogas di Mediglia, ha scatenato le proteste dei residenti. Si tratta di un gruppo di agguerriti cittadini che, guidati da Gaetano Carenzi, ex consigliere comunale, ha deciso di raccogliere le firme per chiedere al sindaco Paolo Bianchi di «tutelare la salute pubblica».
É la questione posta dagli abitanti di Triginto, che in un mese contano di depositare almeno un centinaio di firme presso gli uffici comunali, in modo che qualcosa si smuova. «Non siamo certo felici di avere un impianto di mastodontiche dimensioni per la produzione di biogas a Triginto - commenta Carenzi -, ma la questione non è questa: il problema è il traffico che tale impianto ingenera. Nelle vie Risorgimento, Pier Capponi, Mazzini e Garibaldi si è verificata una situazione insostenibile dal punto di vista della circolazione. Passano in continuazione mezzi pesanti, che oltre a smog e rumori, rendono rischioso l’attraversamento. Le strade sono troppo piccole per tali veicoli e non a caso un camion pochi mesi fa è già rimasto intrappolato lungo la strada per la cascina Pizzo». Ecco perché i residenti si sono mossi per fare pressione in modo da far “rivedere” la viabilità, attraverso un tragitto alternativo, proponendo Villa Zurli o San Martino Olearo. «Ci sarebbe la possibilità di prevedere il trasporto in mezzo alla campagna, tale da non disturbare i cittadini - spiega ancora il portavoce del gruppo di residenti - sta al Comune di Mediglia muoversi in questo senso. Intanto i lavori dell’impianto di biogas, iniziati maggio, sono in via di ultimazione e una volta terminati c’è da essere sicuri che il traffico sarà addirittura maggiore. Proprio a pochi chilometri, a San Giuliano Milanese, c’è un altro grosso impianto di questo tipo. In Lombardia ci sono state 300 richieste, ma sinceramente non sappiamo se questi impianti nati per lo smaltimento dei liquami siano davvero un antidoto alla crisi dell’agricoltura, visto che vengono sottratti terreni e colture per tali attività. Per quel che ne so io, almeno a Mediglia - conclude Carenzi - questo è però l’unico impianto previsto sul territorio».Fonte: Il Cittadino

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