È battaglia legale sulla Campagnetta di via Di Vittorio. La società
Regondino Srl, proprietaria dell’area, ha presentato un ricorso al Tar
(Tribunale amministrativo regionale) chiedendo l’annullamento del Pgt
(Piano di governo del territorio) nonché il risarcimento al Comune
dell’ingente somma di 4 milioni 300mila euro, lamentando di aver subito
un danno in termini di volumetrie.Il privato dal canto proprio ritiene
infatti che gli spetti un margine superiore di possibilità di costruire
rispetto a quanto definito nello schema in cui sono tracciate le
prospettive di sviluppo della città approvato dalla maggioranza dell’ex
sindaco Mario Dompé. A questo punto l’attuale giunta in carica,
capitanata da Andrea Checchi, sta attendendo il passo formale della
notifica del ricorso per dare incarico a un legale di difendere l’ente e
di resistere pertanto all’attacco davanti al Tar, che se andasse a buon
fine manderebbe in tilt i conti dell’ente.Intanto, si sono mossi anche i
cittadini di via Di Vittorio, che in passato avevano formato un fronte
compatto, scendendo in campo con una mobilitazione contro la prospettiva
di una pioggia di mattoni sull’area verde che sorge a ridosso della
sequenza ininterrotta di palazzoni. Con l’appoggio quindi dei partiti di
maggioranza, un gruppo di sandonatesi della zona, sentendosi a loro
volta danneggiati dal Pgt per la presenza di volumetrie in un un’area
che avrebbero voluto che si trasformasse in un parco attrezzato, ha
presentato ricorso davanti al presidente della repubblica, Giorgio
Napolitano, sempre contro il documento programmatico varato dall’ex
esecutivo.Il ricorso è stato firmato da alcuni rappresentanti del
comitato “Giù le mani dalla Campagnetta”, nonché da esponenti della
nuova delegazione civica che si è formata per tenere alti i problemi del
quartiere, con l’appoggio anche di singoli cittadini che hanno
condiviso l’idea di salire sulle barricate in una fase in cui la partita
sembrava ormai chiusa. Ad aprire nuovi margini di azione è stato
proprio l’attacco contro il Comune sferrato dalla società che ha in mano
il terreno.Insomma, sulle sorti del rettangolo di terreno che si
estende in una parte di San Donato ad alta densità abitativa, dove in un
chilometro di strada si susseguono case per circa 6mila persone, si
sono aperti due nuovi capitoli. In prima linea: due parti avverse,
detentrici di interessi opposti, che intendono entrambe lottare fino in
fondo per far valere quelli che ciascuna ritiene siano i propri diritti.
Ne consegue un doppio attacco sferrato al complesso strumento
programmatico in cui è tratteggiata la città del domani. La proprietà
infatti ritiene di aver subito un danno economico rispetto alle
aspettative iniziali di realizzare un nuovo comparto residenziale,
pertanto chiede l’annullamento del Pgt. I residenti chiedono di fatto la
stessa cosa in quanto per loro sono sin troppi i volumi previsti in un
luogo che vorrebbero si trasformasse in un indirizzo dove trascorrere i
momenti di relax all’aperto, quale sfogo ad asfalto e cemento.I due
ricorsi percorrono però binari diversi e fanno leva entrambi su aspetti
tecnici-normativi. I responsi che arriveranno dovrebbero, almeno in
prima battuta, mettere fine a una guerra che sul territorio di San
Donato tiene banco ormai da anni.Fonte: Il Cittadino
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