giovedì 25 ottobre 2012

San Donato - «Disagio, molte richieste di aiuto: ma non riusciamo a dare risposta»

La disperata protesta del sandonatese che martedì pomeriggio ha minacciato di darsi fuoco, barricandosi nell’ufficio di un assistente sociale, diventa ennesimo segnale di un crescente disagio.
L’uomo infatti, dopo essersi visto togliere l’immobile comunale in cui abitava, in quanto non pagava il canone di locazione, ha chiesto a gran voce l’assegnazione di una casa popolare. Mentre dunque ieri il 48enne pronto ad un gesto estremo è stato processato per direttissima, a seguito dell’arresto per violenza e resistenza a pubblico ufficiale, il primo cittadino Andrea Checchi, ponendo l’accento sulla «vicenda umana», parla dell’emergenza sociale che affligge una parte di comunità sandonatese, con un cenno alle difficoltà dell’ente ad andare incontro a chi ha più bisogno. «Quotidianamente - spiega - i nostri uffici ricevono richieste di aiuto da persone che perdono lavoro, casa e prospettive per il futuro. L’attuale sistema dei servizi di welfare, purtroppo, non ci consente di dare risposte risolutive. Vi assicuro che trovarsi di fronte a persone disperate e non avere la possibilità di indicare loro una via di uscita è una situazione lacerante». E guardando al futuro sul delicato fronte sociale pare si prospettino tempi ancora più difficili, con sempre meno risorse a disposizione dei comuni per rispondere ai bisogni di nuovi poveri. «Gli ulteriori tagli che il governo imporrà agli enti locali - riflette il primo cittadino - aggraveranno ancora di più l’attuale situazione. La preoccupazione è che il conflitto sociale non possa che inasprirsi in assenza di un ripensamento dell’essere e vivere in una comunità solidale». Mostrandosi pronto a puntare anche su nuove strategie, conclude: «Il comune di fronte a questo disagio crescente non si tirerà indietro adottando una strategia locale e sovra comunale per fronteggiare le situazione con l’ausilio di tutte le componenti sociali della città e ribadendo con forza nelle opportune sedi la necessità di investire sul welfare». Del resto, anche la relazione conclusiva del difensore civico, l’avvocato Maurizia Vaccarella, che risale a qualche mese fa, aveva alzato un allarme proprio sull’emergenza abitativa. Tra le prime necessità era emerso innanzitutto il bisogno di alloggi a prezzi calmierati. Nei giorni scorsi la protesta del sandonatese pronto a darsi fuoco ha riacceso l’attenzione su un clima tanto difficile per chi non ce la fa ad andare avanti. Fonte: Il Cittadino

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...