Le trivellazioni ancora non sono all'orizzonte, ma gli studi partiranno a
breve. E Il Lodigiano già trema. A far discutere è il progetto di
ricerca di idrocarburi "Belgioioso", già autorizzato dalla direzione
generale qualità dell'ambiente di Regione Lombardia nel novembre del
2009. Un documento che concede l'istanza di permesso di ricerca
esclusiva di idrocarburi solidi e gassosi in un territorio vasto 322
chilometri quadrati nelle province di Lodi, Milano e Pavia. Coinvolti da
ricerche 3D, indagini sismiche e studi geologici, ci sarebbero gli
anfratti del sottosuolo di 16 comuni del Lodigiano, insieme a San
Colombano, oltre a una vasta area del Pavese, con altri 26 "campanili"
coinvolti. Tre i comuni del Piacentino che rientrano nello stesso
progetto di ricerca, presentato da AleAnna Resources LLC, società di
esplorazione e produzione di idrocarburi costituita con sede operativa a
Houston, in Texas. Dagli Usa dunque al Lodigiano, sempre a caccia di
"oro nero". Un viaggio in Italia, dove la società ha presentato 13
istanze di permesso di ricerca al Ministero dello Sviluppo Economico,
motivato dall'«interesse minerario di alcune aree del sottosuolo
italiano, in particolare nella Pianura Padana». Negli studi presentati
per l'autorizzazione, la società parla della scoperta di diversi campi
nelle vicinanze (si cita il caso del giacimento di Cortemaggiore, ndr)
che rafforzerebbe l'ipotesi che nell'area «siano presenti potenziali
rocce madri, rocce serbatoio e rocce di copertura, oltre a diversi tipi
di trappole». Rocce che, potenzialmente, potrebbero contenere bacini
ancora inesplorati di ricchezza sottoforma di gas biogenico, il più
diffuso in Pianura Padana, ma anche di «idrocarburi liquidi». Petrolio,
dunque. Il progetto è passato quasi del tutto inosservato nel Lodigiano,
dove sono coinvolti i comuni di Borghetto Lodigiano, Borgo San
Giovanni, Brembio, Casalpusterlengo, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo,
Graffignana, Livraga, Marudo, Orio Litta, Ospedaletto Lodigiano, Pieve
Fissiraga, Sant'Angelo Lodigiano, Senna Lodigiana, Valera Fratta e
Villanova del Sillaro; e sta iniziando solo ora a fare discutere,
attraverso diverse riunioni che nelle ultime settimane hanno riunito gli
amministratori pavesi e alle quali sono stati invitati i colleghi
lodigiani. L'ombra delle trivelle e dei pozzi di perforazione sembra non
andare giù a tanti e tra gli enti si sta cercando una linea comune. Tra
i lodigiani, il sindaco di Pieve, Paola Rusconi sale sulle barricate:
«Personalmente non sapevo nulla prima di qualche settimana fa e ora che
sono a conoscenza del progetto, posso dire che sono contraria: è una
cosa che ci è capitata tra capo e collo, per cui si stanno facendo delle
riunioni solo ora. Nessuno è a conoscenza delle ricadute di queste
perforazioni e credo che toccare il sottosuolo con tutto quello che già
abbiamo su questo territorio non sia davvero condivisibile». Condivide
le preoccupazioni anche il sindaco di Sant'Angelo, Domenico Crespi, che
però aggiunge un'altra lettura: «Ovvio che tutto ciò che si tocca nel
sottosuolo provoca una variazione dello stato naturale dell'ambiente, ma
io dico anche che bisogna decidere, una volta per tutte, se vogliamo o
meno lo sviluppo di questo paese. Del progetto si sta discutendo con i
comuni del Pavese che hanno preso l'iniziativa di organizzare le
riunioni. L'innovazione, però, richiede anche qualche sperimentazione. E
se sottoterra abbiamo del gas, è bene saperlo. In tutta sicurezza». Fonte: Il Cittadino
Nessun commento:
Posta un commento