venerdì 30 novembre 2012

La caccia al petrolio divide il Lodigiano

Le trivellazioni ancora non sono all'orizzonte, ma gli studi partiranno a breve. E Il Lodigiano già trema. A far discutere è il progetto di ricerca di idrocarburi "Belgioioso", già autorizzato dalla direzione generale qualità dell'ambiente di Regione Lombardia nel novembre del 2009. Un documento che concede l'istanza di permesso di ricerca esclusiva di idrocarburi solidi e gassosi in un territorio vasto 322 chilometri quadrati nelle province di Lodi, Milano e Pavia. Coinvolti da ricerche 3D, indagini sismiche e studi geologici, ci sarebbero gli anfratti del sottosuolo di 16 comuni del Lodigiano, insieme a San Colombano, oltre a una vasta area del Pavese, con altri 26 "campanili" coinvolti. Tre i comuni del Piacentino che rientrano nello stesso progetto di ricerca, presentato da AleAnna Resources LLC, società di esplorazione e produzione di idrocarburi costituita con sede operativa a Houston, in Texas. Dagli Usa dunque al Lodigiano, sempre a caccia di "oro nero". Un viaggio in Italia, dove la società ha presentato 13 istanze di permesso di ricerca al Ministero dello Sviluppo Economico, motivato dall'«interesse minerario di alcune aree del sottosuolo italiano, in particolare nella Pianura Padana». Negli studi presentati per l'autorizzazione, la società parla della scoperta di diversi campi nelle vicinanze (si cita il caso del giacimento di Cortemaggiore, ndr) che rafforzerebbe l'ipotesi che nell'area «siano presenti potenziali rocce madri, rocce serbatoio e rocce di copertura, oltre a diversi tipi di trappole». Rocce che, potenzialmente, potrebbero contenere bacini ancora inesplorati di ricchezza sottoforma di gas biogenico, il più diffuso in Pianura Padana, ma anche di «idrocarburi liquidi». Petrolio, dunque. Il progetto è passato quasi del tutto inosservato nel Lodigiano, dove sono coinvolti i comuni di Borghetto Lodigiano, Borgo San Giovanni, Brembio, Casalpusterlengo, Caselle Lurani, Castiraga Vidardo, Graffignana, Livraga, Marudo, Orio Litta, Ospedaletto Lodigiano, Pieve Fissiraga, Sant'Angelo Lodigiano, Senna Lodigiana, Valera Fratta e Villanova del Sillaro; e sta iniziando solo ora a fare discutere, attraverso diverse riunioni che nelle ultime settimane hanno riunito gli amministratori pavesi e alle quali sono stati invitati i colleghi lodigiani. L'ombra delle trivelle e dei pozzi di perforazione sembra non andare giù a tanti e tra gli enti si sta cercando una linea comune. Tra i lodigiani, il sindaco di Pieve, Paola Rusconi sale sulle barricate: «Personalmente non sapevo nulla prima di qualche settimana fa e ora che sono a conoscenza del progetto, posso dire che sono contraria: è una cosa che ci è capitata tra capo e collo, per cui si stanno facendo delle riunioni solo ora. Nessuno è a conoscenza delle ricadute di queste perforazioni e credo che toccare il sottosuolo con tutto quello che già abbiamo su questo territorio non sia davvero condivisibile». Condivide le preoccupazioni anche il sindaco di Sant'Angelo, Domenico Crespi, che però aggiunge un'altra lettura: «Ovvio che tutto ciò che si tocca nel sottosuolo provoca una variazione dello stato naturale dell'ambiente, ma io dico anche che bisogna decidere, una volta per tutte, se vogliamo o meno lo sviluppo di questo paese. Del progetto si sta discutendo con i comuni del Pavese che hanno preso l'iniziativa di organizzare le riunioni. L'innovazione, però, richiede anche qualche sperimentazione. E se sottoterra abbiamo del gas, è bene saperlo. In tutta sicurezza». Fonte: Il Cittadino

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